LA MISSIONE ZANARDELLI IN LUCANIA

Dal 14 al 30 settembre del 1902, Giuseppe Zanardelli, 74enne bresciano, Presidente del Consiglio, dietro all’insistenza di alcuni deputati lucani, decise di visitare la Basilicata per rendersi conto personalmente delle condizioni di vita e dei problemi che affliggevano quella regione.

Zanardelli non viaggiò esclusivamente in treno, ma anche in carrozza e guadò i fiumi su carri trainati da bufali. In quei giorni, con un seguito di giornalisti e funzionari, incontrò e fu ospite degli onorevoli e dei senatori, diede udienza ai sindaci e parlò direttamente con i piccoli proprietari, gli artigiani e i contadini lucani.

L’accoglienza fu ovunque calorosa: dopo l’età del brigantaggio, seguita all’Unità, la Basilicata era stata pacificata, ma con costi umani enormi. Zanardelli verificò le conseguenze dell’esodo migratorio: paesi che avevano perso fino a un terzo dei loro abitanti, con una popolazione per lo più ridotta a vecchi, donne e bambini.

Vide con i suoi occhi il dissesto idrogeologico della regione, devastata dal disboscamento insensato degli anni precedenti, realizzato per procurarsi terre vergini, ma presto impoverite e inaridite. 

Vide come l’agricoltura era ferma a sistemi addirittura medievali e come l’allevamento era stato ridotto ai minimi termini a causa dell’imposizione fiscale.

La mancanza di strade, l’assenza di ferrovie, di ponti, poneva paesi distanti tra loro pochi chilometri in linea d’aria, a ore e giornate di cammino e talvolta, nell’inverno e nella stagione piovosa, diversi paesi venivano tagliati fuori dal mondo per settimane.

Zanardelli notò che quasi tutti i paesi erano sulla sommità di colli più o meno alti e scoprì che il motivo non erano più le ragioni difensive del medioevo e della prima età moderna, ma la malaria endemica in tutti i fondo valle e, lui stesso, fu costretto a bere il chinino prima di attraversarle.

Zanardelli fu molto impressionato dal viaggio. Di ritorno incaricò l’ingegnere capo del Genio Saint-Just di analizzare le opere pubbliche più urgenti e il Commissario d’Emigrazione Franzoni a verificare le modalità dell’emigrazione dalla Basilicata e i modi per contenerla o almeno rallentarla. 

Ne scaturì il Decreto Legge “Provvedimenti a favore della provincia della Basilicata” che, il 23 febbraio 1904, veniva approvato alla Camera, rappresentando un primo passo per ridurre il gap con le regioni settentrionali.

Il governo che lo proponeva era presieduto da Giovanni Giolitti. Giuseppe Zanardelli, era infatti morto il 26 dicembre 1903.

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